Come ormai sa chi ci segue, tendenzialmente "parliamo" solo quando riteniamo di avere qualcosa di significativo da raccontare. Ad esempio quando si tratta di celebrare progetti particolarmente importanti come quello che abbiamo da poco concluso per Alpro, il marchio DANONE specializzato in prodotti a base vegetale. Il primo motivo di soddisfazione è legato all'essere stati confermati come partner di una grande multinazionale dopo l'esperienza dell'anno scorso, quando avevamo tradotto e adattato il training "Enabling Sustainable Diets", un corso destinato a tutti i dipendenti e dedicato all'alimentazione sana e sostenibile. Quest'anno ci è stato chiesto di creare un ulteriore percorso formativo che riprendesse quelle tematiche focalizzando in particolar modo l'attenzione sullo stretto e stratificato rapporto fra salute, sostenibilità ambientale e alimentazione plant based. È nato così "Buono per te, buono per il pianeta": in tre sessioni che mescolano dati scientifici, sperimentazioni, interviste a esperti e informazioni su prodotti e processi produttivi, i partecipanti (accompagnati da due voci narranti) sviluppano una progressiva consapevolezza rispetto a questioni ecologiche oggi imprescindibili. Inoltre il training illustra in che modo Alpro sta lavorando da anni non solo alla sensibilizzazione dei consumatori circa l'importanza di una dieta a base vegetale, ma si sta impegnando concretamente per diventare un'azienda sempre più virtuosa, dalla coltivazione della materia prima alla distribuzione, passando per il packaging. Come accennato il corso è per il momento accessibile solo ai dipendenti DANONE e va nella direzione di consolidare una cultura e dei comportamenti coerenti con i valori aziendali; non è tuttavia escluso che in futuro venga reso fruibile a tutti. Per quanto ci riguarda, siamo orgogliosi di collaborare con realtà organizzative che coltivano una visione del mondo fondata su una concezione così ampia di Salute, che riconosce cioè la sostanziale interdipendenza fra esseri umani e pianeta. Questo per noi vuol dire fare impresa in modo saggio, e ce n'è un gran bisogno!
Nel 1882, alla John Hopkins University, alcuni ricercatori fecero un esperimento: presero un grande calderone d’acqua e lo misero sul fuoco; quando l’acqua arrivò a ebollizione gettarono dentro alla pentola alcune rane vive, che immediatamente ne schizzarono fuori per salvarsi. A quel punto ripeterono l’esperimento, con una differenza: le rane questa seconda volta furono messe nell’acqua subito, quando era ancora fredda, facendo salire la temperatura pian piano, a fuoco lento. Gli animali non si accorsero della situazione di pericolo se non quando era troppo tardi, ovvero quando il calore (inizialmente piacevole) li aveva indeboliti a tal punto da non aver più le forze sufficienti per saltare fuori dal contenitore, morendo bollite. Negli anni, quello che è stato soprannominato ‘il principio della rana bollita’, è diventato una metafora sociologica per descrivere la facilità con la quale l’essere umano si adatta a situazioni disagevoli e persino dannose per la propria salute e sopravvivenza, perdendo progressivamente la capacità di sottrarsi ad esse e finendo per considerarle inevitabili. Recentemente Noam Chomsky, filosofo e linguista americano, nel suo libro Media e potere (che raccoglie diversi articoli accademici), è arrivato addirittura a utilizzare quest’espressione per stigmatizzare il processo di intorpidimento delle coscienze cui (a suo giudizio) le società occidentali o occidentalizzate sono andate incontro: In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute. I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche. Il permanente ingozzamento di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa. . Forse le parole di Chomsky sono eccessivamente tranchant e comunque meriterebbero un’analisi molto più complessa e puntuale di una semplice citazione. Noi vi proponiamo di fermarci un passo prima e considerare semplicemente le condizioni, innescate e necessitate dalla pandemia (a sua volta generata da scelte sistemiche poco saggie), con cui abbiamo dovuto fare i conti nell’ultimo anno. Non c’è bisogno di scomodare statistiche e ricerche (pur copiose) per realizzare quanto sono state faticose e logoranti da sostenere: a partire dalla paura del virus e delle sue molteplici conseguenze su di noi e i nostri cari, passando per la drastica riduzione delle interazioni sociali fino al calo dell’attività motoria e la contemporanea sovraesposizione tecnologica, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Le probabilità che il nostro ‘livello di vitalità’ sia diminuito sono alte, molto alte. Con questa termine intendiamo la sensazione di ben-essere corporeo, emotivo e mentale che scaturisce quando ci sentiamo pienamente a nostro agio, sicuri, parte integrante di un eco-sistema che va oltre noi stessi e che include persone, ambienti fisici e naturali. Ebbene, il dis-agio, l’insicurezza, la preoccupazione che hanno fatto irruzione nelle nostre vite, avendo tutto il tempo di mettere radici, rischiano di farci fare la fine delle rane bollite. Considerando la lentezza con cui la situazione sta tornando ad una qualche normalità, è quindi davvero importante che ciascuno di noi si prenda cura del proprio ben-essere. Anche perché la terribile forza d’inerzia generata dall’assuefazione a questo basso livello di energia potrebbe farlo persistere ben oltre la cessazione delle restrizioni esterne. Ciò che possiamo fare è anche solo fermarci un attimo, respirare con calma, e chiedere a noi stessi: “Come sto? Come mi sento? Di cosa ho bisogno ora? In che modo posso coltivare la mia vitalità?”. Volendo, il nostro modello a 6 Sorgenti può essere una mappa per orientarsi e dare
Anche se ci si augurava di aver lasciato il peggio alle spalle, a quanto pare dobbiamo fare i conti con il fatto che la paventata seconda ondata di Covid-19 è diventata una realtà non meno pericolosa della prima. Il virus circola e si propaga rapidamente, mettendo di nuovo in crisi il sistema sanitario. Torna quindi ad essere fondamentale prestare attenzione alle proprie abitudini, in primis per ridurre i rischi di contagio (distanziamento, igienizzazione, contenimento della socialità in luoghi chiusi…) ma soprattutto per non creare terreno fertile in cui l’agente patogeno possa attecchire. Come da più parti è stato ribadito, il principale ‘strumento di difesa’ che abbiamo a disposizione è l’alimentazione: ciò che mangiamo influenza in maniera diretta e significativa il sistema immunitario. Più esso è impegnato a gestire gli stati infiammatori cronici provocati innanzitutto dalla scarsa qualità e varietà o dall’inadeguata quantità (per eccesso o difetto) del cibo che ingeriamo, meno sarà in grado di proteggerci o contenere gli effetti di un eventuale malattia. Tuttavia è bene ricordare che noi non ci nutriamo solo di alimenti ‘fisici’: quotidianamente infatti ci cibiamo anche delle informazioni con le quali veniamo in contatto più o meno intenzionalmente. Ecco, considerato ciò che stiamo vedendo (ri)accadere a livello mass e social-mediatico, vorremmo porre l’accento proprio su questo aspetto: le diffuse modalità con cui le notizie correlate all’epidemia e i suoi molteplici risvolti vengono proposte e commentate rischiano facilmente di intossicare la mente e il cuore di chi le assorbe. Le ‘sostanze dannose’ contenute in molti di questi prodotti (programmi tv, articoli, post, video, grafici, immagini etc.) sono parecchie; ne riassumiamo alcune: 1 Contraddittorietà dei dati e mancanza di parametri di riferimento chiari e condivisi: stiamo assistendo ad una specie di guerra dei numeri, che nel giro di una manciata di settimane si sono di nuovo moltiplicati a dismisura. L’assenza di punti di riferimento precisi e unanimi (che sarebbe opportuno venissero prima definiti e poi spiegati da esperti del settore) sulla base dei quali dare un senso a quei numeri ha generato e genera confusione, che rende difficile maturare una percezione realistica della situazione. 2 Carattere marcatamente emotivo delle comunicazioni: questo secondo aspetto è correlato al primo. La mancanza di una ‘base razionale comune’ favorisce il dilagare di quelle che possiamo chiamare opinioni emozionali, espresse addirittura da coloro dai quali, per ruolo e professione, ci si aspetterebbe lucidità, lungimiranza e disponibilità al dialogo costruttivo. 3 Eterogeneità distruttiva di voci: ciò che di per sé ha un valore preziosissimo, ovvero la pluralità di prospettive, in uno scenario come quello attuale (privo di punti di riferimento condivisi), si trasforma in un problema. Tanto sul fronte politico quanto su quello giornalistico (senza dimenticare poi le arene dei social network) la quantità di proposte ma soprattutto di commenti distruttivi ed espressi con linguaggio violento è letteralmente mostruosa e genera un frastuono informativo che stordisce invece di chiarire. 4 Polarizzazione delle posizioni: ecco quindi che, con una certa facilità, si condensano e si diffondono prospettive polarizzate, schierate, che si reggono su una logica esclusiva, aut-aut. O pro o contro, o dentro o fuori, o amici o nemici. Lo spazio, innanzitutto psicologico, per un reale dialogo tende a sfumare. Cadono i ponti relazionali e si ergono muri di ostilità e paura. Com’è immaginabile (e peraltro visibile), l’effetto sociale di tutto ciò è un (ulteriore) indebolimento della fiducia civile, che a sua volta contribuisce a far perdere credibilità alle istituzioni e a far percepire come ingiustificate le loro decisioni, soprattutto a coloro che ne subiscono le conseguenze più pesanti: le manifestazioni di piazza non proprio pacifiche cui stiamo abbiamo assistito sono un esempio drammaticamente emblematico di questa deriva! Ora, considerata la quantità di
Le tre serate di presentazione del nostro libro manifesto ci hanno riempito di gioia: sono andate esattamente come speravamo, offrendo una ampissima (ma ordinata) gamma di stimoli, spunti, esempi, proposte a coloro che hanno partecipato dal vivo (presso il Teatro Nuovo di Treviglio) oppure le hanno seguite sulla pagina Facebook del Comune di Treviglio. Ecco perché ci è sembrato importante condividere le registrazioni integrali degli incontri, cosicché chiunque sia interessato possa dargli una sbirciata
Il 28 Settembre, 5 Ottobre e 19 Ottobre, presso il Teatro Nuovo Treviglio (Piazza Luciano Manara, 1) presenteremo "Coltiva te stesso - Le sei sorgenti del Ben-Essere". Nel corso delle tre serate si avvicenderanno tutti i co-autori (come speravamo potesse accadere!) e saranno presenti degli ospiti speciali: utilizzeremo il pretesto della pubblicazione del libro per parlare in modo concreto e dialogico di stili di vita salutari, prevenzione e cura di sé. Ma anche di Scuola, Aziende e Sanità. Considerato il periodo molto difficile che abbiamo attraversato (soprattutto qui nella bergamasca) e quello non meno complesso che ci attende, crediamo sia il momento giusto per ragionare insieme su questi temi. E poterlo fare con il supporto del Comune di Treviglio e dell'ISIS Zenale e Butinone è per noi motivo di grande orgoglio e riconoscenza. 28 Settembre: CORPO – CUORE – MENTE GIUSEPPE CARLESSI – Insegnante di Qi-GongSTEFANO PILONI – Tecnologo alimentare e Fitness TrainerCHIARA RONZONI – Psicoterapeuta a indirizzo BioenergeticoPAOLO TESTA – Psicoterapeuta a indirizzo GestalticoMASSIMO BONOMELLI – Insegnante di meditazione 5 Ottobre: ALIMENTAZIONE – RELAZIONI – AMBIENTE ALESSANDRA CASTELLI – Vicepresidente e Co-fondatrice MensCorporeVERA FRANCESCONI – Life Coach ed esperta di Programmazione Neuro LinguisticaDAVIDE FACHERIS – Formatore ed esperto di Comunicazione NonViolentaDIANA TEDOLDI – Formatrice e Nature Coach 19 Ottobre: SCUOLE – AZIENDE – OSPEDALI MARIA GIULIA MARINI – Direttore Scientifico Area Sanità e Salute Fondazione ISTUDALVISE BIFFI – Presidente Piccola Industria Confindustria LombardiaALESSANDRO MAZZAFERRO – Dirigente IC Calcinate, Scuola Polo della rete SPSMARCO LEONZIO – Docente e ricercatore in ambito organizzativo In collaborazione con l'ISIS Zenale e Butinone e con il patrocinio del Comune di Treviglio. L’evento sarà riconosciuto come percorso di formazione per i docenti dell'ambito territoriale 5 Lombardia INGRESSO GRATUITO - REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA a REGISTRATI
https://youtu.be/yHyRmMp23YA Ci sono voluti più di tre anni ma finalmente ha preso forma "Coltiva te stesso - Le sei sorgenti del Ben-Essere", il libro manifesto di MensCorpore. È il frutto di un lavoro corale, come corale è il progetto da cui scaturisce. Al suo interno sono raccolte e sistematizzate conoscenze ed esperienze, ma anche incontri, collaborazioni e qualche intuizione. Il fil rouge che lo attraversa è l'esplorazione di sé, un viaggio nelle molteplici dimensioni della nostra esistenza: Corpo, Cuore, Mente, Alimentazione, Relazioni, Ambiente. Ad ognuna di esse è dedicato un capitolo, che include alcune riflessioni più ampie sul tema e schede di approfondimento relative a specifiche metodologie particolarmente adatte a coltivare quella 'sorgente'. C'è inoltre la possibilità di accedere (tramite QR-Code o hyperlink) a file audio e video per sperimentare direttamente esercizi e pratiche da integrare (volendo) nella propria vita quotidiana. Il tutto è preceduto da un capitolo propedeutico che focalizza l'attenzione sul respiro e sulla cosiddetta interocezione, ovvero il 'senso di esserci', la percezione del proprio stato psico-fisico. Mentre nella sezione conclusiva del volume il 'sistema delle 6 sorgenti' viene declinato all'interno dei tre contesti organizzativi più diffusi e significativi del la nostra società: Scuole, Aziende e Ospedali. Ogni capitolo è costellato di collegamenti a pagine web che ospitano articoli, ricerche, studi, casi etc. in riferimento alle tante tematiche affrontate ed è corredato da una bibliografia mirata, per consentire al lettore di approfondire ulteriormente. Siamo convinti che questo libro possa essere fruito in modo molto differente a seconda della persona che lo incontra: è infatti molto probabile che, in base alle caratteristiche individuali, si possano facilmente trovare più interessanti e stimolanti alcune parti rispetto ad altre. E va bene così. Il nostro intento (e augurio) è che "Coltiva te stesso" possa essere uno strumento, una mappa, o anche solo un trampolino da cui ciascuno possa partire per un viaggio unico, sviluppato in relazione ai propri peculiari bisogni e desideri di ben-essere, attuali e futuri. Non possiamo che ringraziare di cuore tutti i co-autori, amici che hanno messo a disposizione la loro grande professionalità per realizzare le varie Schede distribuite nel testo. In ordine di 'apparizione': Giuseppe Carlessi, Stefano Piloni, Chiara Ronzoni, Paolo Testa, Massimo Bonomelli, Andrea Pezzana, Vera Francesconi, Davide Facheris, Diana Tedoldi. E un GRAZIE a Maria Giulia Marini per la bellissima prefazione. Il libro, in formato cartaceo, può essere trovato (o ordinato) in qualsiasi libreria, oppure acquistato sulle principali piattaforme digitali (Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori
Parte con questo blog-post la "rubrica" dedicata ai nostri partner: le realtà ma soprattutto le persone con le quali MensCorpore collabora e co-progetta. Iniziamo con gli amici di Wilden Herbals, una piccola e bellissima azienda che produce tisane ed infusi fatti con erbe selvatiche totalmente naturali. Non solo un "prodotto" ma una vera e propria filosofia di vita
Di Stefano Piloni, fitness trainer e tecnologo alimentare, insegnante di SMART-fit a MensCorpore. Dato che siamo in uno dei tipici periodi dell’anno in cui si fanno buoni propositi del tipo “da questo mese dieta e palestra” e in più dobbiamo anche fare i conti gli effetti dello del lockdown, ecco qui di seguito qualche suggerimento per evitare il frequente circolo vizioso Proposito – Tentativo – Abbandono – Frustrazione. 1. Cerca di svolgere delle attività fisiche che ti piacciono. Se non ne hai ancora trovate prova qualcosa di nuovo. Uno dei fattori più importanti per ottenere benefici dall’attività fisica è la costanza, ma è più difficile essere costanti nel praticare un’attività che non piace. E’ meglio praticare regolarmente un’attività che non è l’allenamento perfetto, piuttosto che iscriversi ad un corso super allenante e poi non frequentarlo con assiduità. 2. Autunno e primavera sono periodi in cui il nostro organismo cerca in parte di tirare i remi in barca per dedicare un po’ delle proprie risorse alla depurazione, quindi non sono i periodi ideali per impegnarsi al massimo nelle varie attività. Si può iniziare a fare attività fisica o continuare quella che si stava già facendo, ma con moderazione. Non cercare neanche di inserire troppe nuove abitudini insieme. Occorre sempre un sano equilibrio tra determinazione nel porsi degli obiettivi e perseguirli, da una parte, e d’altra parte comprensione delle esigenze del proprio organismo. 3. Un consiglio che vale per tutte le stagioni: gradualità. Non avere fretta di accorciare i tempi nella speranza di ottenere risultati strabilianti nel breve periodo. I risultati sono progressivi, a premiare sono la gradualità e la costanza. A meno che tu abbia una sviscerata passione per qualche disciplina in particolare, evita lo sport agonistico, perché nello sport agonistico l’obiettivo non è il benessere, ma la vittoria. Quando ti alleni avendo il benessere come obiettivo ricordati che non sei in competizione con nessuno, neppure con te stesso, stai “solo” cercando di migliorarti giorno per giorno, gradualmente, accettando anche i normali alti e bassi, dato che il grafico del miglioramento non ha una crescita lineare. Non importa quanto vai piano, stai comunque superando tutti quelli sul divano . Camminare quotidianamente all’aria aperta a passo sostenuto è già un’ottima abitudine. 4. L’età e la costituzione fisica sono solo alibi: la maggior parte delle ragioni che si cercano per non fare attività fisica e per non mangiare bene sono solo alibi. Nella maggior parte dei casi l’unica scusa accettabile è quella di non avere tempo, ma non bisogna pensare di dover necessariamente dedicare ore ed ore ogni settimana all’allenamento: con i giusti criteri si può ottenere molto con tre allenamenti settimanali da mezz’ora ed un paio di camminate da mezz’ora nel week end. Se consideriamo le 24 ore di una giornata, mezz'ora di allenamento costituisce il 2% del tempo. Con tutto ciò non bisogna sentirsi in colpa per non averlo fatto fino ad ora, ma sentirsi da questo maggiormente motivati. E' vero però che in certi periodi della vita può capitare che proprio non ce lo si possa permettere, anche questa situazione è da prendere con filosofia, avendo cura ancora di più almeno di alimentazione, riposo e stress. 5. Abbina l’attività fisica ad una sana alimentazione: non significa seguire una dieta restrittiva, non significa pesare ciò che mangi, significa mangiare bene. 6. Rispetta sempre i tempi di recupero tra un allenamento e l’altro, che dipendono dall’intensità dell’allenamento rispetto al grado di allenamento del soggetto. Abbi cura della quantità e qualità del sonno. 7. L’obiettivo nel seguire stili di vita sani dovrebbe essere prima di tutto la salute, il "sentirsi bene", ma è anche comprensibile che spesso una forte leva verso il cambiamento sia
ALIMENTAZIONE Leggi il testo e poi, se vuoi, sperimenta. Al prossimo pranzo, scegli una pietanza che incontra i tuoi gusti, possibilmente manipolabile (un formaggio, un frutto, una verdura, del pane…) e mangiala “consapevolmente”, ovvero: inizia chiudendo gli occhi, poi prendila (tutta o un pezzo) in mano ed esplorala con il tatto, restando in ascolto degli stimoli sensoriali che emergono. Non avere fretta. Poi, quando vuoi, sposta l’attenzione sul senso dell’olfatto: avvicina l’oggetto al naso e lasciati incuriosire dalla varietà di profumi e odori che arrivano ai tuoi sensi, quelli più intensi ed immediati e quelli più delicati. Torna adesso a riaprire gli occhi, e dedicati all’osservazione dell’oggetto, come se lo vedessi per la prima volta, cogline ogni dettaglio, ogni particolare. Infine assaggia il cibo, prima solo con le labbra, poi mordendone un pezzetto. Consenti al sapore di manifestarsi in tutte le sue qualità, scopri e goditi la varietà di sfumature che appaiono. Prosegui con questa meditazione sensoriale per tutto il tempo che desideri, boccone dopo boccone. E poi, quando vuoi, riprendi a mangiare normalmente. FOOD Read the following text and then, if it speaks to you, try it out. For your next lunch, choose some food that you are particularly in the mood to eat, perhaps something that can be to cut up, like a piece of cheese or fruit, a vegetable or some bread. Sit down at the table and eat this food item mindfully. First, close your eyes. Then take it in your hand and explore its texture, sensing the different stimuli that emerge. Do not rush. When you are ready, shift your attention to the sense of smell. Bring the food towards your nose and let yourself be curious about the aromas you can perceive. What are the most intense and immediate smells? What are the most delicate or subtle ones? Now, open your eyes, and focus your attention on observation, as if you were seeing this food for the first time. Note every detail of its surface. Finally, when you are ready, bring the food to your mouth, discovering it first only with your lips. Bite off a piece. Move it around your tongue, your palate, along the inside of your cheeks. Allow the flavors to manifest themselves in all their qualities. Discover and enjoy the variety that appears. Continue with this sensory meditation for as long as you wish, taste after taste. When you are ready, go back to eating as you would ordinarily do. SCOPRI MENSCORPORE EXPERIENCE
Le organizzazioni stanno mostrando un interesse crescente al ben-essere delle persone che vi lavorano all'interno, tema oggi diventato possibilmente ancora più cruciale. Fra i molteplici progetti esistenti (di cui è facile trovare traccia sul web), ve ne sono alcuni particolarmente virtuosi e ambiziosi: seri, accurati e molto ben confezionati. È per questo che siamo orgogliosi di essere stati scelti da DANONE come partner per la traduzione in italiano e l'adattamento del corso 'Enabling Sustainable Diets', che la multinazionale francese (in collaborazione con UNITAR - United Nation Institute for Training And Reasearch) ha creato per offrire ai propri dipendenti una formazione dedicata all'alimentazione sana e sostenibile. Dall'attenzione alla stagionalità dei cibi ai metodi di coltivazione e allevamento, dalla lettura accurata delle etichette alla predilezione per i prodotti locali, dalla scelta dei metodi di cottura più salutari alla riduzione degli sprechi e dei rifiuti, il corso fornisce moltissime informazioni concrete per consentire ai partecipanti di maturare una reale consapevolezza dell'impatto delle proprie abitudini alimentari sulla salute personale e ambientale. Cogliere l'interdipendenza fra dimensione micro e macro e la ricaduta delle scelte individuali sull'ecosistema globale è uno dei principali obiettivi del percorso, che integra dati aggiornati, testimonianze di esperti e suggerimenti concreti. Nell'elaborare il materiale originale abbiamo riscontrato un allineamento pressoché totale ai principi e ai valori che guidano le attività di MensCorpore, trovandoci nella felice condizione di provare piacere e soddisfazione per il lavoro che veniva svolto. Ci auguriamo che iniziative come questa siano sempre più frequenti e che le aziende, soprattutto le più grandi e potenti (dal punto di vista dell'impatto complessivo delle loro attività), si muovano verso scelte e comportamenti orientati alla cura di tutti gli stakeholder coinvolti. MensCorpore è pronta a giocare il suo ruolo, laddove sarà possibile.