La saggezza è un attributo che da sempre viene attribuito a figure eminenti da cui, almeno in teoria, bisognerebbe farsi guidare. Secondo il dizionario di Oxford è definita come: “L'equilibrio nel comportamento e nel consiglio, che è frutto di una matura consapevolezza ed esperienza delle cose del mondo.” Ad una prima lettura appare lampante come la saggezza incarni due direttrici: una auto-diretta (verso sè stessi) e una etero-diretta (verso gli altri); un moto che agisce prima sull’individuo che la incarna e successivamente su coloro con cui questa persona si relaziona. Tuttavia, per quanto evocativa, la saggezza è una dimensione dell’essere che risulta difficile da indagare, soprattutto con gli strumenti riduzionistici della logica ‘classica’. Eppure c’è chi ha provato a muoversi in questo territorio incerto con rigore scientifico… Proprio quest’anno, un numero nutrito di ricercatori guidati da Maksim Rudnev dell’Università Canades e di Waterloo, ha pubblicato un’interessante articolo su Nature Communications che si pone l’ambizioso obiettivo di domandarsi quali siano le dimensioni che veicolano la percezione della saggezza, ovvero, quali siano le caratteristiche che una persona dovrebbe possedere per essere percepita come saggia. Lo studio, condotto su uncampione di 12 paesi appartenenti a 5 continenti diversi, ha fatto emergere due dimensioni principali: l’orientamento riflessivo e la consapevolezza socio-emotiva. Per orientamento riflessivo si intende principalmente la capacità di affrontare i problemi avvalendosi del pensiero analitico; ma attenzione, ciò non significa limitarsi a una semplice applicazione della logica. Questo tipo di orientamento richiede anche la capacità di fermarsi, riflettere e considerare una varietà di prospettive (convergenti e, forse soprattutto, divergenti) prima di prendere una decisione. Tale postura enfatizza e sottolinea la capacità diregolare le emozioni personali, ascoltandole, comprendendole e accettandole, per evitare che influenzino in modo negativo le decisioni; inoltre, consente di apprendere dall’esperienza e di applicare le lezioni imparate da essa in situazioni nuove. La mente riflessiva, quindi, non è solo logica, ma anche meditativa e lungimirante, cioè in grado di prevedere le conseguenze delle proprie azioni valutando attentamente ogni aspetto della situazione. La consapevolezza socio-emotiva invece evidenzia l’importanza di connettersi con gli altri in modo profondo e rispettoso. Questa capacità non riguarda solo il comprendere le emozioni degli altri, ma anche l’avere empatia e umiltà: qualità che permettono di entrare in sintonia con gli altri e di offrire sostegno senza giudizio. La consapevolezza socio-emotiva aiuta a evitare che l’ego o la rigidità personale ostacolino il rapporto con gli altri, promuovendo relazioni basate sulla comprensione reciproca e sul rispetto. È attraverso questo aspetto "del cuore" che una persona saggia può agire non solo per il proprio bene, ma anche per il bene collettivo. Riteniamo che queste due dimensioni, senza che esse semplifichino eccessivamente la questione (per approfondire vi rimandiamo direttamente alla consultazione del paper), se integrate nell’agire organizzativo possano generare impatti operativi e culturali in grado di modificare profondamente i contesti lavorativi, migliorandoli. E voi cosa ne pensate? Vi vengono in mente ulteriori dimensioni della saggezza? Vi capita di riscontrare persone o comportamenti ‘saggi’ nella quotidianità professionale? Per saperne di più, clicca qui!
Breve intervista di Elisabetta Gusmini, psicologa psicoterapeuta, a Nicola Castelli (presidente Associazione MensCorpore) dedicata alla Mindfulness come "strumento" per contenere l'ansia e ridurre lo stress.
Articolo pubblicato su Corriere.it che conferma una volta ancora quanto le pratiche di consapevolezza aiutino ad abbassare gli stati infiammatori del sistema corpo-mente.
(Di Diana Tedoldi, fondatrice di Intelligenza Primitiva)
Lo Yoga degli alberi è una pratica di movimento consapevole che nasce dall'incontro fra Yoga, Mindfulness, ecopsicologia, biomimetica e neuroscienze.
Diffondiamo il servizio realizzato dalla trasmissione televisiva Report, dedicato alla "spesa consapevole", ovvero come coltivare e proteggere la salute a tavola. Protagonista il dott. Franco Berrino, medico epidemiologo ed esperto di alimentazione (particolarmente significativi i suoi studi sulla correlazione fra nutrizione e cancro).
Intorno a queste due parole-chiave segnaliamo alcuni spunti di riflessione interessanti correlati alla pratica psico-corporea della Bioenergetica:
Il primo è un interessante articolo di Nicoletta Cinotti, una delle voci più autorevoli italiane in ambito Bioenergetico, pubblicato sul suo sito personale. Eccone uno stralcio...
(di Davide Facheris)
Il seme della violenza nel mondo inizia nel modo in cui mi ascolto e ti ascolto, nel modo in cui mi penso e ti penso, nel modo in cui mi parlo e ti parlo. La comunicazione empatica ci aiuta a creare e a vivere la connessione che tanto desideriamo avere con noi stessi, con l’altro e con la vita. (Marshall Rosenberg)
(di Diana Tedoldi)
Buongiorno a tutti.
Eccomi a lasciarvi qualche appunto sulle esperienze che abbiamo fatto insieme in Natura al Bosco del Castagno, nel corso del primo incontro del percorso “Nature connection”, in collaborazione con l’associazione MensCorpore, a Febbraio 2016.
Un articolo estremamente ricco di stimoli e molto completo dedicato all'utilizzo e all'utilità delle pratiche di consapevolezza in contesti scolastici. Possono fornire un contributo costruttivo? E' la domanda a cui provano a rispondere le psicologhe Sara Zanelli, Michela Quaglia, Cristina Liviana Caldiroli della Open School - Studi Cognitivi.
(di Diana Tedoldi)
Negli anni ’80 si pensava che bastasse mettersi ai fianchi una cintura di gomma e attivare il “vibromassaggiatore” (mia mamma ne aveva uno!) per dimagrire. Oggi sappiamo che per uno stile di vita sano occorre seguire corretti principi di alimentazione, fare attività fisica, riposare bene e prenderci cura della nostra vita emotiva e relazionale. Ma tutto questo non basta.