Recentemente ci è capitato di verificare l’andamento delle campagne di advertising che promuovono MensCorpore su Google, per esaminare quali sono le parole/espressioni ricercate dagli utenti che li portano poi sul nostro sito. Siamo rimasti a bocca aperta nel constatare che quella di gran lunga più digitata è “attacchi di panico“. Stiamo parlando di una frequenza del 300% maggiore rispetto alla seconda parola/espressione, “ansia”. Questo ci sembra un valore che non può essere trascurato. L’attacco di panico è una manifestazione di ansia (e paura) piuttosto intensa, che in teoria dovrebbe apparire in casi eccezionali e in una fetta marginalissima di popolazione. E invece (pur con tutta la relatività del dato) è per cercare informazioni su questa spiacevole esperienza che il maggior numero di persone ci trova. A ben vedere, ciò non dovrebbe sorprendere: una ricerca condotta da Eurodap nel 2019 su un campione di 700 persone con età compresa fra i 19 e i 60 anni rivela che il 79% dei soggetti rispondenti ha avuto nell’ultimo mese manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia, mentre il 73% del campione si percepisce come una persona molto apprensiva. Sono percentuali enormi!
Come ci è già capitato più volte di ribadire, il contesto storico e socio-economico maturato negli ultimi 15 anni ha visto un’esponenziale aumento dei fattori di stress (fragilità dell’economia, crisi ambientale, terrorismo, ‘invasione’ digitale…), per gestire i quali è ormai indispensabile mettere a fuoco e coltivare strategie ben precise. Non farlo significa mettere a repentaglio la propria salute fisica, emotiva e mentale, finendo facilmente per ingurgitare (e dipendere da) ogni sorta di farmaci.
Fra i tanti ‘antidoti’ disponibili, noi vorremmo porre l’accento su quello più semplice e proprio per questo sottovalutato: il respiro. Quando il nostro sistema corpo-cuore-mente entra in stato di agitazione, la respirazione si altera. Tendenzialmente, più siamo tesi/preoccupati/impauriti, più il nostro respiro si superficializza (coinvolge solo la parte alta dei polmoni) e accelera. Questo aumenta la tensione muscolare nel corpo e toglie lucidità alla mente, innescando un circolo vizioso che può esitare anche in un attacco di panico. Imparare ad accorgersi in tempo reale di queste variazioni e portare consapevolezza percettiva al proprio respiro è spesso più che sufficiente per disinnescare il circolo vizioso e favorire il ripristino di un maggior equilibrio.
Una delle ‘metodologie’ più efficaci per la coltivazione di questa consapevolezza respiratoria è la meditazione Mindfulness, che con il suo approccio laico e l’essenzialità delle sue pratiche risulta accessibile e facilmente assimilabile ad ogni età.
Come Associazione MensCorpore, noi proponiamo corsi, seminari e conferenze dedicate alla Mindfulness, avendone constatato da tempo i benefici anche su persone che, come pare accada sempre più spesso, soffrono di attacchi di panico.