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Integrando formazione e ben-essere, offrono ai partecipanti occasioni di apprendimento che mescolano natura, gusto, cura di sé e relazione con l’Altro. Per saperne di più visita l’area del sito dedicata….

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(Articolo apparso sulla rivista “Yoga Rahasya” nel 2002)

Quando si dice ‘Iyengar Yoga’ si pensa a subito a precisione, allineamento, chiarezza nell’istruzione, utilizzo di attrezzi, sequenza e durata delle posizioni. Ed è per questo speciale approccio allo yoga e per l’unicità del suo metodo di insegnamento che i suoi studenti hanno iniziato a chiamarlo ‘Iyengar Yoga’. In occasione dell’inaugurazione della scuola di Bombai, un giornalista ha chiesto al Maestro di spiegare quale è la particolarità del suo insegnamento. Di seguito riportiamo quello che Guruji ha risposto riguardo alla unicità del suo sistema…

Il dottor Gokhale, medico a Belgaum, India, presenziò ad una mia dimostrazione di yoga nel 1930 e disse di non aver mai visto prima di allora un tale movimento ritmico dei muscoli e delle giunture del corpo, mi chiese allora di venire a Pune ad insegnare per sei mesi. All’epoca non avevo nessuna formazione riguardo all’insegnamento e potevo contare solo sui pochi libri allora disponibili per avere una idea di come insegnare. Osservai che ciò che era scritto in quei testi non veniva tradotto in pratica nelle fotografie che vi erano contenute. Peresempio in Sirsasana (sulla testa) le gambe oscillavano, il torace era crollato, i muscoli non erano allineati. Dove era il samattva (equanimità) di cui parlavano i testi? Come si poteva parlare di samattva se non esisteva nemmeno nel corpo esterno? Ho iniziato allora a lavorare sull’allineamento più esterno del corpo, pensando ad ogni giuntura come se fosse un fiume tra due rive e così ho imparato ad allinearle. Poi ho iniziato a sviluppare dal grossolano al sottile e così ho allineato anche l’energia. In questo modo presentavo gli asana (le posizioni) nella loro totalità – in modo olistico – usando attenzione ed intelligenza, mentre fino ad allora erano visti come mero esercizio fisico. In quel modo si allineava non solo il corpo fisico ma anche la mente, l’intelligenza e l’energia. Ho così compreso come l’energia debba avere la stessa lunghezza in ogni singola parte del corpo. La mia pratica e il mio insegnamento si sono così raffinati. Questo è lo Yoga tradizionale anche se la gente lo chiama Iyengar Yoga.

COME SONO NATI GLI ATTREZZI PER LA PRATICA

Si narra nei Purana che gli yogi nell’antichità eseguivano gli asana sugli alberi ed io mi domandavo come potessero farlo. Un giorno per caso ho fatto Navasana sulla corteccia di un albero ed ho così capito come facessero. Un altro giorno ho visto le radici di un banyan (un albero molto diffuso in India le cui radici scendono dai rami), per gioco ho legato due radici insieme ed all’improvviso mi sono trovato a testa in giù: quello era Sirsasana. Da quel momento ho cercato di sviluppare dei mezzi, gli attrezzi, in modo che le persone potessero praticare yoga senza alcuna paura: come succede nei reparti di cure intensive presso i moderni ospedali, gli attrezzi servono da sostegno per tutte le persone anche quelle che presentano problemi fisici. Gli attrezzi inoltre aiutano a comprendere quale debba essere la corretta presentazione dell’asana.

LO YOGA E LA SUA FAMA

Tutti conoscono l’esistenza dello yoga e sanno che cosa è. Quando si pratica è necessario avere il tempo per capire qual è l’azione più esterna e grossolana e di conseguenza la conoscenza sottile certamente si svilupperà. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro yoga è un soggetto difficile: è una materia misteriosa nel senso che ha diverse sfaccettature a noi sconosciute. Per esempio come si può far circolare il flusso di energia in modo che possa muoversi in entrambi i lati del corpo? Energia è pranashakti e deve fluire in modo tale da stimolare tutte le parti del sistema cellulare. Lo yoga è un’arte soggettiva e solo chi lo pratica può farne esperienza, si esegue questa arte per sè stessi e non per il pubblico. E’ difficile avere un’idea della materia se non si dedica tempo ad imparare la sua profondità e a fare esperienza delle vibrazioni interne. Come la musica ha vibrazioni esterne gli asana creano una vibrazione interna che va ascoltata. Queste vibrazioni devono avere un movimento ritmico. Il corpo è ritmo; bisogna domandarsi se ogni cartilagine,legamento, giuntura e muscolo permettono all’energia di muoversi in modo ritmico nel corpo. Asana significa fare esperienza del movimento ritmico dell’energia.