Molte sono le ricerche degli ultimi anni intorno al “future of work” condotte da autorevoli istituzioni. I focus sono sempre un po’ diversi, ma tutte convergono su una affermazione, con varie sfumature di drammaticità: il lavoro sta cambiando molto in fretta. E non accadrà in un domani lontano, è ormai sotto gli occhi e nell’esperienza quotidiana di molti di noi. Cambiano le attività di cui ci occupiamo, cambia il modo e gli strumenti con i quali lavoriamo, cambia il tempo e il luogo del lavoro, cambiano le competenze e i mindset per capire cosa succede intorno a noi e quindi rendere efficaci le nostre azioni. Tutti questi elementi sono in transito e contribuiscono a comporre una nuova esperienza del lavoro.
La curiosità con la quale guardiamo il nostro mondo professionale ed esploriamo i suoi sviluppi, la capacità con la quale siamo in grado di imparare nuovi contenuti, di sviluppare competenze trasversali e di rendere disponibili tutti questi apprendimenti per gli obiettivi organizzativi non sono caratteristiche o attitudini individuali, ma la competenza fondamentale per nutrire la nostra employability.
Una sfida decisiva, tanto per le persone quanto per le organizzazioni. Per queste ultime non si tratta solo di contrastare l’obsolescenza delle competenze tecniche – finalità ovviamente cruciale – ma di formulare progetti formativi in grado di integrare finalità diverse e complementari: lo sviluppo continuo delle professionalità, la comunicazione e l’integrazione all’interno delle unità organizzative e tra di esse, l’allineamento e la trasmissione valoriale, la tensione alla generatività e all’innovazione, la cura delle persone.
MensCorpore, con il Modello W.I.S.E. sullo sfondo, affianca individui e imprese per sostenerne il processo trasformativo congiunto attraverso tutti gli strumenti della formazione: dall’analisi dei bisogni alla progettazione, dall’effettiva erogazione degli interventi (in presenza o a distanza, in-house o off-site, in modalità sincrona o asincrona…) alla valutazione dei loro impatti.
Queste le direzioni di lavoro che reputiamo oggi decisive per la coltivazione di organizzazioni sagge e intorno alle quali siamo abituati a costruire progetti formativi estremamente variegati per forma e contenuto:
W.I.S.E. thinking
Wellbeing, Interdipendenza, Senso & Sostenibilità, Empatia: questi i 4 pilastri che riteniamo fondamentali per la coltivazione di un’approccio all’esperienza lavorativa (e non solo) che la renda più soddisfacente, tanto per l’individuo quanto per l’organizzazione. Un modo di leggere i sistemi in cui ci si muove e il proprio ruolo in essi che consenta di prendere decisioni e agire comportamenti un pò più ‘saggi‘, ovvero consapevoli dei loro riverberi diretti e indiretti. Per consolidare questa prospettiva può essere opportuno creare momenti in cui presentarla, discuterla e sperimentarla.
Teamworking
All’interno di scenari organizzativi sempre più caratterizzati da orizzontalità, interdipendenza e pluri-appartenenza, sapere costruire relazioni collaborative solide (ovvero basate su fiducia e condivisione degli obiettivi) con un’ampia varietà di possibili interlocutori riteniamo sia la competenza più decisiva. La confidenza e l’allenamento di questo tipo di mindset non può essere lasciato al caso, all’eventuale predisposizione personale né alla volontaria intraprendenza ma va stimolato e sostenuto con azioni specifiche e coordinate.
Negoziazione Generativa
Non c’è verso, per poter costruire e mantenere relazioni collaborative efficaci e soddisfacenti bisogna imparare a negoziare: mettere in dialogo costruttivo prospettive differenti, divergenti o addirittura contrastanti è un’arte delicata e preziosissima, di cui va compreso innanzitutto il valore (perché richiede una buona dose di energia!). Se, come si suol dire, ‘le organizzazioni sono arene negoziali‘ (e di certo lo stanno diventando sempre di più), questa competenza va diffusa anche attraverso interventi formativi mirati.
Feedback Empatico
‘Feedback‘ è uno dei termini più fraintesi nel linguaggio organizzativo: è spesso usato come sinonimo di ‘valutazione‘ pur avendo un significato diametralmente opposto, generando non pochi problemi. Il feedback è il più potente strumento di riallineamento o consolidamento relazionale che abbiamo a disposizione, perché ci aiuta ad espandere la consapevolezza dell’impatto dei nostri comportamenti sugli altri e viceversa. È una ‘tecnologia’ che va utilizzata con molta cura se ne si vuol cogliere i molteplici benefici e merita quindi un’attenzione speciale anche dal punto di vista formativo.
Formazione formatori
Molte organizzazioni sentono l’esigenza di razionalizzare e trasmettere alcune competenze tecniche, patrimonio prezioso e distintivo di esperienze e conoscenze, alle nuove generazioni; oppure semplicemente diffonderle tra i colleghi, per favorire l’integrazione tra funzioni e i processi trasversali. Tuttavia non si può risolvere la questione solo con una presentazione accattivante, così come “trasformare” un ottimo tecnico in un formatore convincente non è un passaggio scontato. La sfida è piuttosto quella di progettare e realizzare una didattica attiva e coinvolgente, capace di produrre esperienze di apprendimento fertili e piacevoli.